Vivere alle Canarie
Lascia la Puglia per trasferirsi a Gran Canaria
Simona, giovane mamma di Trani e nomade digitale, si è trasferita a Las Palmas. «Sono a Gran Canaria per crescere al meglio mia figlia»
Las Palmas - giovedì 30 maggio 2019
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Prenota oraSimona è una delle tante ragazze che ha deciso di iniziare una nuova vita a Gran Canaria. Insieme a sua figlia di due anni si è trasferita sei mesi fa a Las Palmas e attualmente lavora nel campo della pubblicità e del benessere. Nell'intervista ci racconta la sua esperienza, i motivi che l'hanno portata lontano dall'Italia e perché l'isola è a misura di bambino.
Ad oggi la definirei fantastica. Ho viaggiato molto nella mia vita e vissuto in diverse parti del mondo, ma qui mi sento a casa. Lo definirei il posto perfetto per il periodo storico che sto vivendo adesso. Ovviamente, come in tutti cambiamenti ti trovi a dover affrontare momenti di difficoltà, ma io credo che questa sia prassi anche nella routine quotidiana. Nel trasferimento ho vissuto tutti i cambiamenti come un'avventura: in sei mesi ho imparato la lingua, conosciuto gente e cambiati i miei ritmi di vita con tanta naturalezza e divertimento nel farlo. Qui vedo un continuo via vai di gente che arriva con la pretesa o il sogno di fare fortuna e poi dopo pochi mesi va via. A Gran Canaria si vive benissimo, ma con la giusta determinazione, il giusto atteggiamento e con progetti chiari e definiti.
Perché hai deciso di trasferirti a Las Palmas?
Sono venuta qui in vacanza, circa quattro volte per 15/20gg per volta. Mio fratello aveva fatto delle esperienze lavorative sull'isola e i miei genitori avevano il desiderio di trasferirsi. La prima volta che siamo venuti a Las Palmas, mia figlia era nata da appena 8 mesi e io e mio marito stavamo cercando a Trani (in Puglia, ndr) una nuova casa più grande e ci stavamo informando sull'asilo migliore dove mandarla. Avendo viaggiato molto, mi sono resa conto della scarsa preparazione nei programmi della scuola infantile e dei prezzi astronomici per strutture bilingue più o meno decenti. Alla fine abbiamo deciso di tornare a Gran Canaria più volte, abbiamo pianificato tutto, fatto progetti a lungo termine, sondato il territorio e nel giro di un anno ci siamo trasferiti. Quindi, la reale risposta alla domanda sul perché ci siamo trasferiti è per mia figlia! Sicurezza, civiltà, clima, sport, parchi e spazi immensi per giocare, ottime scuole pubbliche…Credo che siano solo alcune delle motivazioni che mi hanno spinta a scegliere un posto migliore dove crescerla.
È stato facile farla ambientare in un posto diverso dall'Italia?
Per i bimbi molto piccoli, specie se non hanno ancora iniziato l'asilo e non hanno ancora stretto legami solidi con luoghi, cose e persone, è molto più facile e naturale adattarsi. Possiamo dire che non ha per nulla vissuto "la fase dell'ambientarsi", ma anche noi del resto visto che nell'ultimo anno prima del trasferimento siamo stati qui 3 volte per circa venti giorni. Ovviamente per lei il cambiamento è stato solo in positivo perché qui esce praticamente ogni giorno: va al mare, alle giostrine o al parco o comunque ha la possibilità di correre ovunque essendoci tantissime aree pedonali.
Di solito per lo svago di tua figlia quali attività e posti visitate a Gran Canaria?
Ovunque: mare, città, montagna, qui è tutto a misura di bambino. Noi la portiamo sempre con noi.
Che lavoro svolgi qui?
Lavoro come autonoma nel campo della pubblicità, pr e social media marketing nel campo della moda: curo la pubblicità e l'immagine sui social network di brand e boutique. Essendo una "nomade digitale", con il mio account Instagram (@simona_venus) posso lavorare da qualunque posto, anche da casa. Da pochi mesi lavoro per una piattaforma web per modelle e influencer e per uno studio che si occupa di nutrizione e alimentazione per il quale curo la pubblicità e faccio anche da wellness coach.
Essendo autonoma non ho una percezione tale da poter assicurare a persone che lavorano nel mio settore una reale possibilità lavorativa. Tuttavia, posso asserire con certezza che di agenzie di marketing, di comunicazione e di eventi ce ne sono parecchie. A Gran Canaria ogni settimana ci sono fiere, eventi, festival, mostre, concerti ecc. Sicuramente, per tutti i ragazzi che vogliono fare un'esperienza lavorativa qui, nel settore della ristorazione e del turismo c'è sicuramente più richiesta e possibilità.
Sono molti gli italiani che decidono di trasferirsi a Gran Canaria. Secondo te perché lo fanno?
Per le tasse, per il clima, per il paesaggio e la qualità di vita. L'isola viene vista come un paradiso, ma nella comunità europea, quindi più raggiungibile e più "semplice" per la moneta, la lingua e gli iter burocratici. Non rinnego che questo sia un paradiso, ma non è facile come "mangiare caramelle". Come già detto prima, ho visto tanti Italiani andare via amareggiati dopo pochi mesi perché pervasi da chissà quale illusione di benessere e ricchezza e non hanno trovato quello che volevano.
Cosa consiglieresti a chi in Italia non trova lavoro e vuole provare un'esperienza all'estero?
In generale io consiglio sempre esperienze all'estero: lunghe o brevi che siano, ti aprono la mente. Imparare sempre e comunque da tutto e da tutti. Io credo che per trovare lavoro ci voglia solo forza di volontà. Il luogo diventa relativo e opzionale in base ai singoli casi e alla tipologia di lavoro.
Ciao Simona, sei da poco tempo a Gran Canaria. Come definiresti la tua esperienza finora?
Ad oggi la definirei fantastica. Ho viaggiato molto nella mia vita e vissuto in diverse parti del mondo, ma qui mi sento a casa. Lo definirei il posto perfetto per il periodo storico che sto vivendo adesso. Ovviamente, come in tutti cambiamenti ti trovi a dover affrontare momenti di difficoltà, ma io credo che questa sia prassi anche nella routine quotidiana. Nel trasferimento ho vissuto tutti i cambiamenti come un'avventura: in sei mesi ho imparato la lingua, conosciuto gente e cambiati i miei ritmi di vita con tanta naturalezza e divertimento nel farlo. Qui vedo un continuo via vai di gente che arriva con la pretesa o il sogno di fare fortuna e poi dopo pochi mesi va via. A Gran Canaria si vive benissimo, ma con la giusta determinazione, il giusto atteggiamento e con progetti chiari e definiti.
Perché hai deciso di trasferirti a Las Palmas?
Sono venuta qui in vacanza, circa quattro volte per 15/20gg per volta. Mio fratello aveva fatto delle esperienze lavorative sull'isola e i miei genitori avevano il desiderio di trasferirsi. La prima volta che siamo venuti a Las Palmas, mia figlia era nata da appena 8 mesi e io e mio marito stavamo cercando a Trani (in Puglia, ndr) una nuova casa più grande e ci stavamo informando sull'asilo migliore dove mandarla. Avendo viaggiato molto, mi sono resa conto della scarsa preparazione nei programmi della scuola infantile e dei prezzi astronomici per strutture bilingue più o meno decenti. Alla fine abbiamo deciso di tornare a Gran Canaria più volte, abbiamo pianificato tutto, fatto progetti a lungo termine, sondato il territorio e nel giro di un anno ci siamo trasferiti. Quindi, la reale risposta alla domanda sul perché ci siamo trasferiti è per mia figlia! Sicurezza, civiltà, clima, sport, parchi e spazi immensi per giocare, ottime scuole pubbliche…Credo che siano solo alcune delle motivazioni che mi hanno spinta a scegliere un posto migliore dove crescerla.
È stato facile farla ambientare in un posto diverso dall'Italia?
Per i bimbi molto piccoli, specie se non hanno ancora iniziato l'asilo e non hanno ancora stretto legami solidi con luoghi, cose e persone, è molto più facile e naturale adattarsi. Possiamo dire che non ha per nulla vissuto "la fase dell'ambientarsi", ma anche noi del resto visto che nell'ultimo anno prima del trasferimento siamo stati qui 3 volte per circa venti giorni. Ovviamente per lei il cambiamento è stato solo in positivo perché qui esce praticamente ogni giorno: va al mare, alle giostrine o al parco o comunque ha la possibilità di correre ovunque essendoci tantissime aree pedonali.
Di solito per lo svago di tua figlia quali attività e posti visitate a Gran Canaria?
Ovunque: mare, città, montagna, qui è tutto a misura di bambino. Noi la portiamo sempre con noi.
Che lavoro svolgi qui?
Lavoro come autonoma nel campo della pubblicità, pr e social media marketing nel campo della moda: curo la pubblicità e l'immagine sui social network di brand e boutique. Essendo una "nomade digitale", con il mio account Instagram (@simona_venus) posso lavorare da qualunque posto, anche da casa. Da pochi mesi lavoro per una piattaforma web per modelle e influencer e per uno studio che si occupa di nutrizione e alimentazione per il quale curo la pubblicità e faccio anche da wellness coach.
Ci sono reali possibilità di lavoro sull'isola in questo settore?
Essendo autonoma non ho una percezione tale da poter assicurare a persone che lavorano nel mio settore una reale possibilità lavorativa. Tuttavia, posso asserire con certezza che di agenzie di marketing, di comunicazione e di eventi ce ne sono parecchie. A Gran Canaria ogni settimana ci sono fiere, eventi, festival, mostre, concerti ecc. Sicuramente, per tutti i ragazzi che vogliono fare un'esperienza lavorativa qui, nel settore della ristorazione e del turismo c'è sicuramente più richiesta e possibilità.
Sono molti gli italiani che decidono di trasferirsi a Gran Canaria. Secondo te perché lo fanno?
Per le tasse, per il clima, per il paesaggio e la qualità di vita. L'isola viene vista come un paradiso, ma nella comunità europea, quindi più raggiungibile e più "semplice" per la moneta, la lingua e gli iter burocratici. Non rinnego che questo sia un paradiso, ma non è facile come "mangiare caramelle". Come già detto prima, ho visto tanti Italiani andare via amareggiati dopo pochi mesi perché pervasi da chissà quale illusione di benessere e ricchezza e non hanno trovato quello che volevano.
Cosa consiglieresti a chi in Italia non trova lavoro e vuole provare un'esperienza all'estero?
In generale io consiglio sempre esperienze all'estero: lunghe o brevi che siano, ti aprono la mente. Imparare sempre e comunque da tutto e da tutti. Io credo che per trovare lavoro ci voglia solo forza di volontà. Il luogo diventa relativo e opzionale in base ai singoli casi e alla tipologia di lavoro.